martedì 30 ottobre 2007

La dittatura del relativismo, vero problema della crisi moderna

Il prof. Roberto de Mattei denuncia i pericoli di un mondo che tenta di cancellare Dio

ROMA, martedì, 30 ottobre 2007 (ZENIT.org).- La dittatura del relativismo culturale, morale e religioso costituisce il vero problema della crisi moderna, sostiene il prof. Roberto de Mattei, docente di Storia Moderna all’Università di Cassino e diStoria del Cristianesimo e della Chiesa all’Università Europea di Roma.
A questo tema il docente ha dedicato un libro dal titolo “La dittatura del relativismo” (Solfanelli editore, 128 pagine, 9 Euro), che riprende l'espressione formulata dall’allora Cardinale Joseph Ratzinger alla vigilia della sua elezione al soglio pontificio, nell’omelia per la Missa Pro Eligendo Romano Pontifice del 18 aprile 2005.
Il volume raccoglie relazioni e interventi svolti dall’autore, in Italia e all’estero, negli ultimi due anni.
Intervistato da ZENIT il docente di storia, autore di tanti libri sulla storia della cristianità, ha spiegato che “il grande dibattito del nostro tempo, non è di natura politica o economica, ma culturale, morale e, in ultima analisi, religiosa”.
“Si tratta – ha precisato de Mattei – del conflitto tra due visioni del mondo: quella di chi crede nell’esistenza di principi e di valori immutabili, iscritti da Dio nella natura dell’uomo, e quella di chi ritiene che nulla esista di stabile e permanente, ma tutto sia relativo ai tempi, ai luoghi e alle circostanze”.
“Se però non esistono valori assoluti e giudizi oggettivi – ha commentato de Mattei – la volontà di potenza degli individui e dei gruppi diventa l’unica legge della società e la rivendicazione della libertà dell’uomo si capovolge in una ferrea dittatura, peggiore di ogni altra tirannia della storia”.
Secondo il docente di storia, già Vicepresidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), “tra le espressioni più pericolose di 'dittatura del relativismo' che minacciano l’Europa e il mondo si interseca il ruolo di alcuni uffici delle istituzioni internazionali come ONU e Unione Europea”.
Per de Mattei, a seguito del fallimento di alcuni obiettivi politici, parti di queste istituzioni “si sono infatti trasformate in veri e propri laboratori intellettuali dove si distillano 'nuovi diritti', opposti a quelli tradizionali”.
“La dittatura del relativismo – è scritto nel libro – è quella che vuole imporre leggi che neghino la tutela della vita in tutte le sue fasi, dal primo momento del concepimento fino alla morte naturale; e che pretendano di sostituire la famiglia, quale unione fra un uomo e una donna basata sul matrimonio, con forme radicalmente diverse di unione che in realtà la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, quali il matrimonio omosessuale – ribattezzato Pacs in Francia e Dico in Italia – giungendo al punto non solo di elevare il delitto a diritto, ma addirittura di punire come un reato la difesa del bene e la condanna del male”.
“L’opposizione alla dittatura del relativismo – ha detto a ZENIT il docente – ha il suo passaggio necessario nella riscoperta della legge naturale e divina che ha costituito il fondamento della civiltà cristiana, formatasi nel Medioevo in Europa e da qui diffusasi nel mondo intero”.
A questo proposito è affermato nel libro che “la legge naturale è una legge oggettiva iscritta nella natura stessa dell’uomo, non di questo o quell’uomo, ma nella natura umana considerata in sé stessa, nella sua permanenza e la sua stabilità”.
De Mattei fa riferimento alla “legge naturale”, a cui si è richiamato anche recentemente Benedetto XVI nel suo discorso alla Commissione Teologica del 5 ottobre scorso, sottolineando che essa “costituisce la base dell’accordo necessario tra fede e ragione, e quindi tra ordine spirituale e ordine temporale. Non ci si può tuttavia accontentare della sola legge naturale, così come non è sufficiente un richiamo puramente storico all’identità cristiana dell’Europa”.
In conclusione de Mattei sostiene che “la rivelazione soprannaturale non era di per sé necessaria e l’uomo non vi aveva alcun diritto, ma poiché Dio l’ha data e promulgata, il cristiano non può accontentarsi di una società fondata sulla legge naturale: deve desiderare la conversione al cristianesimo del mondo intero”.

http://www.zenit.org/article-12375?l=italian

venerdì 19 ottobre 2007

I filosofi senza idee smontano la verità

Riscoprire la legge naturale e divina che ha costituito il fondamento della civiltà cristiana, é il vaccino consigliato da Roberto de Mattei nel suo ultimo libro La dittatura del relativismo, per combattere la malattia filosofica del nostro tempo: il relativismo intellettuale e morale…


«La più grande malattia filosofica del nostro tempo è costituita dal relativismo intellettuale e dal relativismo morale, il secondo dei quali trova, almeno in parte, nel primo il proprio fondamento. Per relativismo o, se si preferisce, scetticismo - intendo, in sostanza, la teoria secondo la quale la scelta fra teorie concorrenti è arbitraria; ed è arbitraria perché non esiste alcunché che si possa considerare come verità obiettiva; ovvero, anche se esiste, non c'è alcuna teoria che si possa considerare come vera o comunque (anche se non vera) più vicina alla verità di un'altra; ovvero, se ci troviamo di fronte a due o più teorie, non abbiamo alcun modo o mezzo di decidere se una di esse è migliore dell'altra»: queste considerazioni si trovano nel secondo volume dell'opera "La società aperta e i suoi nemici", pubblicata da Karl Raimund Popper nel 1945, e fa indubbiamente una certa impressione che a definire il relativismo "la più grande malattia filosofica del nostro tempo" non sia Benedetto XVI, bensì un laicissimo filosofo passato alla storia non certo per la sua assidua partecipazione a tridui di preghiera e processioni. Sembra pertanto fuori luogo la critica, tanto aspra quanto scontata, rivolta da Tomás Ibañez alla «virulenza e la costanza con cui Giovanni Paolo II e il cardinal Ratzinger hanno demonizzato il relativismo». Ibañez scrive queste parole nel Prologo del suo recente volume "Il libero pensiero" (Elèuthera, pp. 224, euro 20), il cui sottotitolo, "Elogio del relativismo", non lascia adito a dubbi circa la tesi di fondo che viene in esso sostenuta: nelle prime pagine egli informa i lettori che è stato proprio l'insegnamento papale in materia di relativismo a fugare ogni suo dubbio sull'opportunità di scendere in campo per difendere a spada tratta quello che per Popper è soltanto un grave morbus philosophicus. Padronissimo, ovviamente, Ibañez di prendersela con il magistero dei romani pontefici, ma sembra opportuno ricordare che la confutazione del relativismo è antica quanto la storia della filosofia e ha visto schierarsi dalla sua parte la stragrande maggioranza dei pensatori occidentali; e questo sino ai nostri giorni, con i vari Quine, Apel, Putnam, Chomsky (!) pronti a dimostrare l'insostenibilità del relativismo. A onor del vero, va detto che gli studiosi tendono a distinguere una forma di relativismo forte da una debole, e intorno a tale distinzione costruiscono disquisizioni di non poco conto. Questa distinzione non sembra interessare troppo a Ibañez, tutto preso, come appare, dalla sua missione di apostolo del relativismo che sente di dover scendere in campo «tanto più quando si vede che i campioni laici della retorica della verità, egemoni di questi tempi, sono in consonanza con le autorità della Chiesa e partecipi della stessa crociata contro la tentazione di prestare orecchio al relativismo». Dunque, secondo il professore spagnolo, si sarebbe saldata una sorta di pericolosa alleanza filosofica fra trono (leggi: atei devoti) e altare, in chiave antirelativista e perciò antilibertaria. Di parere completamente diverso è Roberto de Mattei , professore dell'Università di Cassino e dell'Università Europea di Roma, che ha da poco mandato in libreria il volume "La dittatura del relativismo" (Solfanelli, pp. 128, euro 9), nel quale, come è facile comprendere sin dal titolo, viene manifestato un timore del tutto opposto a quello di Ibañez. Infatti, de Mattei ritiene che, in nome di princìpi relativistici e libertari, si stia affermando una vera e propria tirannia culturale, quella dello scetticismo, che fa dell'assenza della verità la propria bandiera e che conduce verso quel nichilismo che a giudizio di molti rappresenta l'autentica malattia mortale della cultura contemporanea; una malattia che fra le sue più terribili complicazioni annovera il totalitarismo: de Mattei è bravo a far vedere come l'assenza di verità e la negazione dell'esistenza di principi e di valori immutabili rappresentino il terreno ideale per far attecchire l'ideologia del più forte. De Mattei sviluppa argomentazioni rigorosamente razionali, ma non nasconde la convinzione che soltanto un assoluto religioso possa guarire l'uomo dai suoi mali e fondare una società veramente libera: «L'opposizione alla dittatura del relativismo - si legge nel libro - ha il suo passaggio necessario nella riscoperta della legge naturale e divina che ha costituito il fondamento della civiltà cristiana (...) Le radici cristiane della società (...) non sono solo storiche, ma prima di tutto costitutive, come costitutiva è per l'anima umana la vita soprannaturale della Grazia».
IL LIBRO È da poco in libreria "La dittatura del relativismo" di Roberto de Mattei (Solfanelli, pp. 128, euro 9). Il saggio denuncia la minaccia del relativismo che, dietro a un'apparenza libertaria, negando ogni criterio di verità oggettiva, apre la strada al totalitarismo e alla dittatura del più forte
L'AUTORE Roberto De Mattei (Roma 1948) insegna Storia moderna all'Università di Cassino e Storia del Cristianesimo e della Chiesa all'Università Europea di Roma.

Maurizio Schoepflin

LIBERO 17 ottobre 2007

http://www.fattisentire.net/modules.php?name=News&file=article&sid=2714

sabato 6 ottobre 2007

L’Europa, la Turchia e un olocausto

Nell’arco di pochi mesi l’editore Solfanelli ha lanciato sul mercato due opere utili per meglio comprendere e giudicare alcuni fatti di politica internazionale; si tratta di Sulla Turchia e l’Europa e L’olocausto armeno, vergati entrambi dal giornalista storico Alberto Rosselli.
Anzitutto, il dibattito sull’ingresso della Turchia in Europa: Rosselli ha condensato in poche pagine numerose informazioni utili dalla caduta dell’Impero Ottomano ai giorni nostri, aggiungendo una attenta cronologia ed una ricca bibliografia. Quindi passa ad affrontare le due visioni che si scontrano nel Vecchio Continente: chi immagina una gigantesca area europeo-mediterranea, in cui far confluire anche il Nord Africa ed Israele, e chi invece ritiene fondamentale ancorare l’Europa alle proprie radici culturali e religiose.
Nell’analisi Rosselli, che si confronta con scritti di autori importanti come Introvigne e Cardini, non manca di osservare come peraltro vi siano stati dei passi di avvicinamento compiuti da Ankara verso l’Europa occidentale. Ma essi non bastano; rimangono ancora delle questioni irrisolte, posto che la Turchia voglia veramente entrare a far parte dell’Unione Europea: il riconoscimento del massacro degli armeni, la persecuzione contro i curdi, la vicenda cipriota.
Al primo di questi punti è dedicato il secondo pamphlet del giornalista genovese. Anche qui non manca un’attenta ricostruzione storica: del resto, la «persecuzione scatenata nel 1915 dai turchi nei confronti del popolo armeno (…) rappresenta forse il primo esempio dell’epoca contemporanea di sistematica e scientifica soppressione di una minoranza etnico-religiosa. Un piano di eliminazione che non scaturì soltanto dall’ideologia panturchista e panturanista del sedicente partito progressista dei Giovani Turchi, ma che trasse le sue origini dalle antiche e mai del tutto sopite contrapposizioni tra la maggioranza musulmana turca e curda e la minoranza cristiana armena» (p. 5).
A cavallo tra storia e attualità è delineata tutta la vicenda dell’Armenia contemporanea: ricostruzione utile non solo a far luce su quello che l’Onu ha dichiarato essere il primo genocidio del XX secolo, non solo a ricordarci la storia di un popolo poco conosciuto, non solo a sollevare dubbi sulla legittimità della richiesta di ingresso turco nell’UE, ma anche, e soprattutto, a ricordare i massacri dimenticati, quelli non ricordati dai programmi televisivi a scadenza annuale, quelli cui alcune istituzioni, anche nostrane, non vorrebbero concedere la dignità di esistere.

[Alberto Rosselli, Sulla Turchia e l’Europa, Chieti, Solfanelli, 2006; Alberto Rosselli, L’olocausto armeno, Chieti, Solfanelli, 2007]

Gianandrea de Antonellis
(CR 1011/06 - 6/10/2007)
http://www.corrispondenzaromana.it/articoli/300/0/Recensioni-Librarie/RECENSIONI-LIBRARIE:-l-Europa,-la-Turchia-e-un-olocausto.html

lunedì 1 ottobre 2007

Novità editoriale: LA DITTATURA DEL RELATIVISMO


Il grande dibattito del nostro tempo, secondo Roberto de Mattei, non è di natura politica od economica, ma culturale, morale e, in ultima analisi, religiosa. Si tratta del conflitto tra due visioni del mondo: quella di chi crede nell’esistenza di principi e di valori immutabili, iscritti da Dio nella natura dell’uomo, e quella di chi ritiene che nulla esista di stabile e di permanente, ma tutto sia relativo ai tempi, ai luoghi, alle circostanze. Se però non esistono valori assoluti e diritti oggettivi, la volontà di potenza dell’individuo e dei gruppi diventa l’unica legge della società e si costituisce quella che Benedetto XVI ha definito la “dittatura del relativismo”.
La denuncia della minaccia relativista è il filo conduttore di queste pagine, che raccolgono scritti e interventi dell’autore svolti tra il 2005 e il 2007. L’opposizione alla dittatura del relativismo, che oggi si esprime attraverso il terrorismo psicologico e la repressione giudiziaria, passa attraverso la riscoperta di quella legge naturale e divina che ha costituito il fondamento della Civiltà cristiana, formatasi nel Medioevo in Europa e da qui diffusasi nel mondo intero.
Il pensiero cui questo libro si ispira è quello della Philosophia perennis, integrata dal Magistero tradizionale della Chiesa, ma anche dall’insegnamento dei grandi autori contro-rivoluzionari cattolici dell’Ottocento e del Novecento, di cui l’autore è, in Italia, erede e continuatore.


Roberto de Mattei
LA DITTATURA DEL RELATIVISMO
Edizioni Solfanelli
[ISBN-978-88-89756-26-3]
Pagg. 128 - € 9,00

http://www.edizionisolfanelli.it/dittaturarelativismo.htm