martedì 31 marzo 2009

domenica 1 marzo 2009

Novità: LA RIVOLUZIONE CONTRO IL MEDIOEVO


Cosa vuol dire “medievale”? Cosa vuol dire “rivoluzionario”? Pietro Ferrari se lo chiede con questo saggio coinvolgente e affilato, e nella sua lucida ed impietosa critica della modernità, assume e conclude che il Medioevo e la Rivoluzione non sono fenomeni storici o culturali più o meno prossimi a noi. Sono piuttosto categorie dello spirito.Come si può pensare, allora, leggendo il libro di Pietro Ferrari, che la Rivoluzione sia una categoria dell’oggi mentre il Medioevo appartenga al passato? La Rivoluzione contro il Medioevo non è il pamphlet di un nostalgico, è piuttosto il canone argomentato e rigoroso di un intellettuale che propone un modello, non solo una weltanschauung, che possa ridare un senso, essere una sorta di bussola alla condizione smarrita dell’uomo contemporaneo. Nihil novi, direbbe qualcuno: Massimo Fini ha già fatto qualcosa del genere, e per molti versi Marcello Veneziani e Franco Cardini hanno in più scritti accennato riflessioni e spunti analoghi. Però Pietro Ferrari dimostra dov’è l’inganno, svela quello che la rivoluzione ha tatticamente e violentemente coperto, dà voce e memoria a momenti della storia che sono stati cancellati per motivi che ai più appaiono inspiegabili e che sono invece le ragioni stesse del delirio relativista che pervade il nostro tempo.


Pietro Ferrari è nato a Giulianova (TE) nel 1973. Laureato in Giurisprudenza alla Università di Bologna, è avvocato presso il Foro di Teramo. Ha pubblicato i saggi: Le schegge invisibili (Controcorrente, Napoli 2002), Il grido dell'Europa (Tabula fati, Chieti 2003), Auto da fé dell'Occidente (Segno, Udine 2004) e La Rivoluzione contro il Medioevo (Solfanelli, Chieti 2009).