sabato 3 novembre 2007

Recensione in "Corrispondenza Romana"

Il termine di “dittatura del relativismo”, formulato dall’allora cardinale Ratzinger alla vigilia della sua elezione, nell’omelia della Messa del 18 aprile 2005, costituisce il titolo e il tema conduttore del nuovo volume del prof. Roberto de Mattei. Il libro, che raccoglie relazioni e interventi svolti dall’autore, in Italia e all’estero, negli ultimi due anni, è pubblicato da Marco Solfanelli, di Chieti, che si sta distinguendo come una delle più vivaci voci editoriali cattoliche in Italia.
Il grande dibattito del nostro tempo, secondo il prof. de Mattei, non è di natura politica o economica, ma culturale, morale e, in ultima analisi, religiosa. Si tratta del conflitto tra due visioni del mondo: quella di chi crede nell’esistenza di principi e di valori immutabili, iscritti da Dio nella natura dell’uomo, e quella di chi ritiene che nulla esista di stabile e permanente, ma tutto sia relativo ai tempi, ai luoghi e alle circostanze. Se però non esistono valori assoluti e giudizi oggettivi, la volontà di potenza degli individui e dei gruppi diventa l’unica legge della società e la rivendicazione della libertà dell’uomo si capovolge in una ferrea dittatura, peggiore di ogni altra tirannia della storia.
Tra le espressioni più pericolose di “dittatura del relativismo” che minacciano l’Europa e il mondo de Mattei sottolinea il ruolo delle istituzioni internazionali, ONU e Unione Europea in primis. Incapaci di realizzare i loro obiettivi politici, queste istituzioni si sono infatti trasformate in veri e propri laboratori intellettuali dove si distillano “nuovi diritti”, opposti a quelli tradizionali.
La dittatura del relativismo – egli scrive – è quella che vuole imporre leggi che neghino la tutela della vita in tutte le sue fasi, dal primo momento del concepimento fino alla morte naturale; e che pretendano sostituire la famiglia, quale unione fra un uomo e una donna basata sul matrimonio, con forme radicalmente diverse di unione che in realtà la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, quali il matrimonio omosessuale, ribattezzato Pacs in Francia e Dico in Italia, giungendo al punto non solo di elevare il delitto a diritto, ma di punire come un reato la difesa del bene e la condanna del male».
L’opposizione alla dittatura del relativismo, secondo de Mattei, ha il suo passaggio necessario nella riscoperta della legge naturale e divina che ha costituito il fondamento della civiltà cristiana, formatasi nel Medioevo in Europa e da qui diffusasi nel mondo intero.
Non ci si può tuttavia accontentare della sola legge naturale, così come non è sufficiente un richiamo puramente storico all’identità cristiana dell’Europa. Le radici cristiane della società, infatti, non sono solo storiche, ma costitutive, come costitutiva è per l’anima umana la vita soprannaturale della grazia.
«La rivelazione soprannaturale – conclude de Mattei – non era di per sé necessaria e l’uomo non vi aveva alcun diritto, ma poiché Dio l’ha data e promulgata, il cristiano non può accontentarsi di una società fondata sulla legge naturale: deve desiderare la conversione al cristianesimo del mondo intero».

[ROBERTO DE MATTEI, La dittatura del relativismo, Edizioni Solfanelli, Chieti 2007, pp. 128, Euro 9,00]
(CR 1015/07 - 3/11/2007)
http://www.corrispondenzaromana.it/articoli/327/0/Recensioni-Librarie/RECENSIONI-LIBRARIE:-Dittatura-del-relativismo-di-Roberto-de-Mattei.html

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